Pjanic: “Orsato non doveva darmi la prima ammonizione in Inter-Juventus”

Miralem Pjanic ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Le parole del centrocampista del Besiktas
Miralem Pjanic ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Le parole del centrocampista del Besiktas che ha infiammato anche il derby d’Italia:
“Venivamo dalla sconfitta col Napoli e si capiva che stavamo rischiando tanto. Allegri ha fatto un grande discorso, con tanta calma, ci ha rimesso a lavorare e noi abbiamo trasformato quella calma in forza. A me tutte quelle critiche nei suoi confronti sembrano una follia. Io stimo molto Allegri, come allenatore e ancora di più come persona. Mi sembra la persona più giusta per la Juve e i risultati dicono che l’ha risistemata. Nessuno invece dice che sotto pressione è il più bravo”.
Su Orsato: “Mi viene da dire basta, parliamo d’altro. In quell’azione sono saltato così e sicuramente non avevo intenzione di fare male a Rafinha. Certo, so che potevo prendere il secondo giallo, ma secondo me la mia prima ammonizione era stata sbagliata. A distanza di anni mi piacerebbe che venisse ricordata la nostra grande rimonta, non una decisione di Orsato“
Su Allegri: “Due contatti ci sono stati poi non abbiamo definito nulla e non per una questione economica. Per me non era una questione di soldi, anche ora vorrei essere importante in un progetto e vincere lo scudetto. Ho fame, esperienza, quasi 700 partite: penso di poter aspirare a obiettivi alti, no?”.
Sul ritorno in Italia: “È la mia seconda casa. Per farvi capire, l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale mi ha colpito, come se fossi italiano anche io. Mi manca, sinceramente, tornerei molto volentieri”.
Domenica sera c’è Juve-Inter: “Per me è 50-50, ma può decidere anche Paulo Dybala. Credo che Allegri lo farà giocare dall’inizio. Paulo ha la testa da campione, si farà sempre trovare pronto. Ho scritto subito a Paulo quando l’ho saputo, perché per me è un amico, mi è sempre piaciuto giocare con lui. Gli ho scritto che è un grande campione e lui ha risposto ‘grazie, fratello, ti voglio bene’. Credo di capire come si senta, lui non si è mai tirato indietro anche se stava male, non ha mai scelto di non giocare per salvaguardare se stesso. Però capisco anche la società, che è stata molto chiara. Credo abbia scelto un progetto diverso, con calciatori più adatti a quell’idea”.
Con Maurizio Sarri in panchina: “Un pazzo del calcio, grandissimo allenatore. Io ho sbagliato, mi sono fissato sui 150 palloni a partita e ho perso di vita e il mio calcio”.